Il Cilento dovrebbe investire sullo “smartworker”

Il Cilento dovrebbe investire sullo “smartworker”

Questa pandemia ha anticipato un futuro prossimo. Si sente parlare spesso di “Smartworking”, adesso, ancor di più, di “south working”: una rivoluzione che coinvolge il mondo del lavoro e soprattutto i lavoratori originari del Sud, ma non solo.

Il ” south working” è un modo di lavorare al Sud per un’azienda del Nord. Ma non bisogna sottovalutare la cosa. Oltre ad essere, infatti, un “rientro a casa” per qualcuno, è un’opportunità per le aziende che, adottando questa metodologia, vedrebbero un’importante riduzione dei costi. In più è un vantaggio anche per lo Stato Italiano.

Inoltre, il tema della digitalizzazione è diventato il punto all’ordine del giorno per molte imprese che, necessariamente, hanno dovuto riorganizzare la propria struttura interna del lavoro. Sembrano esserci solo aspetti positivi e soprattutto vantaggi derivanti da una soluzione di lavoro basata sul south working che, probabilmente, diventerà la principale soluzione lavorativa italiana.

Ecco il perchè, già moltissime persone “sfruttano” questo metodo per vivere in posti fantastici dove la vita costa poco e la qualità è più alta. Proprio come accade nel Cilento.

Bisognerebbe investire, quindi, sugli smart worker (persone che lavorano da remoto) e garantire una serie di servizi (non complicatissimi) come: connessione internet potenziata su tutto il territorio, diminuzione tasse, strutture dedicate ecc.

Lo slogan potrebbe essere: Lavora in pieno relax nel Parco Nazionale più unico del mondo…il Cilento. Sarà colta come occasione? Lo scopriremo presto.

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